Overview
Coesistenze sostenibili ed utopie realizzabili: i Giardini sospesi di Metrogramma per Margraf a Marmomacc 2014
Giardini Sospesi si compone di due moduli intralicciati in ferri d’armatura lenta, come posti in posa precaria ad attendere un getto di calcestruzzo che, invece, cede il posto a lastre di marmo appese con ritmica aleatoria e a una presenza arborea che si fa strada tra le porosità e i vuoti di una struttura reticolare.
All’interno, i due moduli che delimitano senza impermeabili cesure lo stand di Margraf sono declinati a strutture longilinee, composte da un esile fusto a sorreggere un cantilever asimmetrico come a fare il verso delle gru, testimonianza di un continuo divenire e di una trasfigurazione spaziale nel tempo che trascende il disallestimento del cantiere e prosegue nella vita che anima gli ambienti costruiti. I rampicanti si alternano alle lastre di marmo sorrette con analogica leggerezza dalle gabbie metalliche, adagiandovisi in una coesistenza simbiotica e pacifica.
L’installazione esterna è caratterizzata da proporzioni più stanziali, a richiamare al contempo degli alberi e delle piazze in elevazione, arricchite da preziosi bracieri di marmo ed acciaio, e da suoni che vengono generati dalla natura stessa.
Entrambe le strutture sono dichiaratamente ispirate alle utopie realizzabili di Yona Friedman, tanto nella manifestazione materica quanto nella visione di un’ideale coesistenza pacifica di artifici e natura nel contesto urbano contemporaneo.
Nel traslare la monumentalità dell’elemento dal marmo, secolarmente accostato alla scultura dei maestri italiani, alla sottostruttura che ne sorregge le lastre comunicanti unicamente la propria natura, i Giardini Sospesi concretizzano l’artificio semantico di una nuova visione di contrappasso, che sa privilegiare la referenzialità del monumento all’immediata e transitoria apparenza dell’installazione scenica.
Giardini Sospesi si compone di due moduli intralicciati in ferri d’armatura lenta, come posti in posa precaria ad attendere un getto di calcestruzzo che, invece, cede il posto a lastre di marmo appese con ritmica aleatoria e a una presenza arborea che si fa strada tra le porosità e i vuoti di una struttura reticolare.
All’interno, i due moduli che delimitano senza impermeabili cesure lo stand di Margraf sono declinati a strutture longilinee, composte da un esile fusto a sorreggere un cantilever asimmetrico come a fare il verso delle gru, testimonianza di un continuo divenire e di una trasfigurazione spaziale nel tempo che trascende il disallestimento del cantiere e prosegue nella vita che anima gli ambienti costruiti. I rampicanti si alternano alle lastre di marmo sorrette con analogica leggerezza dalle gabbie metalliche, adagiandovisi in una coesistenza simbiotica e pacifica.
L’installazione esterna è caratterizzata da proporzioni più stanziali, a richiamare al contempo degli alberi e delle piazze in elevazione, arricchite da preziosi bracieri di marmo ed acciaio, e da suoni che vengono generati dalla natura stessa.
Entrambe le strutture sono dichiaratamente ispirate alle utopie realizzabili di Yona Friedman, tanto nella manifestazione materica quanto nella visione di un’ideale coesistenza pacifica di artifici e natura nel contesto urbano contemporaneo.
Nel traslare la monumentalità dell’elemento dal marmo, secolarmente accostato alla scultura dei maestri italiani, alla sottostruttura che ne sorregge le lastre comunicanti unicamente la propria natura, i Giardini Sospesi concretizzano l’artificio semantico di una nuova visione di contrappasso, che sa privilegiare la referenzialità del monumento all’immediata e transitoria apparenza dell’installazione scenica.
Dettagli Progetto
- .Progettista:
- .Luogo: Verona
- .Marmi utilizzati: